WERE TO SLEELP THE DOMATOR OF WAVES …..
Non si sa con certezza quando i Polinesiani iniziarono a praticare questo sport, ma alcuni canti Hawaiiani risalenti al quindicesimo secolo trattano di surf e dimostrano che già allora si tenevano perfino delle competizioni, durante le quali si sfidavano Re.
Il primo Europeo che osservò e descrisse questo sport fu James Cook, che nel dicembre 1777 vide un indigeno di Tahiti farsi trasportare da un’onda su una canoa; nel suo diario di bordo Cook scrisse: “Mentre osservavo quell’indigeno penetrare su una piccola canoa le lunghe onde a largo di Matavai Point, non potevo fare a meno di concludere che quell’uomo provasse la più sublime delle emozioni nel sentirsi trascinare con tale velocità dal mare“. L’anno successivo, approdando ad Hawaii, Cook vide finalmente degli uomini scivolare sull’acqua in piedi su lunghissime tavole di Koa lunghe cinque metri e mezzo e pesanti settanta chili.
Dopo due secoli tra alti e bassi poi:
Venne l’epoca dorata del surf moderno, che gli americani ricordano come i favolosi anni cinquanta. Grazie alla prosperità del dopoguerra ed al grande passaparola effettuato dai militari che in qualche modo erano passati alle Hawaii, i surfisti invasero onde e spiagge come mai prima. La prima gara internazionale di surf a Makaha, che fu vinta da Rabbit Kekai con una tavola di balsa monopinna fatta da Matt Kivlin, si tenne nel 1956 ed è diventata una tra le manifestazioni internazionali di surf più importanti del mondo.
L’arte del surf ebbe un fiorente periodo negli anni sessanta, quando furono prodotti decine di film sul surf. Il più famoso fu “The Endless Summer”, che generò e diffuse un’immagine molto positiva di questo sport. Tra gli altri, “Blue Hawaii”, con Elvis Presley, “Ride the Wild Surf”, “The Golden Breed”, “Gidget Goes Hawaiian”, “The Fantastic Plastic Machine”, “For Those Who Think Young”, “Ride The Wild Surf”, “The Big Surf” e molti altri. La popolarità del Surf in questo momento in tutto il mondo era in continua espansione, così come la risonanza che avevano i surf contest. La prima rivista stampata di surf, “Surfing Magazine”, fu fondata proprio nel 1960.
Camicette hawaiiane e gruppi musicali surf (come Beach Boys, Surfaris, Ventures, ecc.) erano molto popolari e ad Huntington Beach, California, fu svolto il primo surf contest della storia degli Stati Uniti e finalmente, durante gli anni settanta, il surf veniva considerato oltre che uno sport, uno stile di vita.
Oggi il surf è praticato in oltre 500 paesi del mondo e da persone di ogni età, da uomini e donne. Il surf è lo sport che ha sparso gente nei mari e negli oceani di tutto il mondo durante i secoli perché nessuna sensazione può essere paragonata a quella che si prova scivolando sull’acqua spinti solo dal movimento di una lunga parete liquida. (Cit.Surf Project)
Questo pezzo di storia serve solo a far capire che i dominatori delle onde.… come gli chiamo io , non sono degli improvvisati o dei fanatici, o meglio ci saranno anche quelli, ma in quel caso ci penserà il mare a dare loro l’insegnamento giusto. Questa estate al mare, parlavo con un’amica che ha sempre fatto sport estremi dalle ferrate sulle montagne alle immersioni subacquee insieme a me e alla fine mi ha detto ” devi aver rispetto della montagna come del mare , perché loro saranno sempre più forti di te” e mentre lo diceva mi sono venuti i brividi perché molte volte non avuto paura del mare, anzi l’ho sfidato e ho tirato la corda….però la frase di Marina è la pura verità e il surfer lo sa bene che il mare se lo inghiotte quando e come vuole , ma la sensazione di stare a pelo d’acqua e di scivolare come un pesce sull’onda è impagabile … niente ti rende più “RIBELLE” e più “WILDE” piu “LBERO”.
Questa sensazione diventa una scelta di vita: da dove andare a vivere, a come vestirsi , muoversi , tenersi i capelli, barba, cosa fondamentale e qui viene il bello a come farsi casa propria…. Ovviamente la California degli anni 50/60 docet, in quegli anni , dove il surf a:
Santa Cruz, Pismo Beach, Surfrider Beach a Malibu , era il pane quotidiano di giovani e meno giovani, perche il surf sembra sia praticabile da una fascia di età abbastanza ampia, là troviamo case meravigliose, eclettiche , con pezzi storici alcuni solo hippie, altri preziosi, ma generalmente colorati , fatti in legno e tessuto etnico per dare quel tocco indi che in quegl’inni era gustosissimo.
Io ho voto la curiosità di capire come oggi vivono la casa , gli spazi chiusi, visto che il mare e la spiaggia sono la loro prima vita , la seconda come deve essere? Quali sono i materiali i colori , piante si ? piante no ?
Be vedendo lo stile randagio che si cuciono addosso , di sicuro , io non li immagino nel grattacielo al 50° piano .. con acciaio ovunque , ma li vedo in case ad un piano con l’accesso al giardino immediato, quasi da non capire dove finisce l’interno e inizia l’esterno , immagino molto legno , tappeti etnici (sempre per non perdere lo stile indi degli anni 50/60) e altane in casa, perché alla fine un po bambini si resta….. ma l’importante è impiegare meno tempo per arrivare al mare che alla toilette 🙂
Comunque l’immaginazione funziona, ma le immagini funzionano ancora di più … e sopratutto funziona quando qualche amico surfista c’è l’hai e capisci ancora meglio come vivono la casa ….. ah non mancherà mai il giradischi….. perché il frusciooo è quel rumore sporco che ti ricorda gli anni 50….. quando il surf fece BOOM….
Duke Kahanamoku, aveva fondato l’Hui Nalu Surfing Club.