THE WINDOWS
Vi capita mai di ritrovarvi alla finestra, guardando fuori ?
Io lo faccio spesso, guardo il cielo, il giardino di casa, ma alla fine non è tanto ciò che vedo realmente, ma ciò che i miei occhi immaginano. Le finestre in architettura sono delle aperture nelle pareti perimetrali della casa, che servono ad illuminare e aerare le stanze di loro competenza, ma questo è solo il significato tecnico, hanno anche un significato magico, come se fossero degli STARGATE, dei passaggi tra il DENTRO E IL FUORI, tra la REALTA’ e la FANTASIA,
tra ciò che è PRIVATO e ciò che è PUBBLICO, capita per caso, sei in casa, stai facendo delle cose ti ritrovi appoggiata al vetro con la testa ovunque , ci ritroviamo a guardare fuori e spesso a sognare di essere chissà dove, ogni finestra di casa può una finestra sul mondo.
Di recente ho letto il post della mia carissima amica VIRGINIA CIONI visto il suo blog DONNE IN CONTATTO e la sua professione, non ho potuto fare a meno di notare la differenza di PUNTO DI VISTA, lei da psicoterapeuta è stata attratta da queste aperture, guardandole dall’esterno, cosa consueta anche nel suo lavoro, la partenza nel suo caso è sempre dal fuori per poi arrivare internamente e in profondità. Io invece, come Architetto ho fatto esattamente il contrario, ho cercato di osservare le finestre dall’interno della casa, in quanto è da li che per me inizia TUTTO, perché la progettazione dell’interno è una fase importantissima dello studio dell’insieme. Un INSIEME chiamato CASA, dove l’interno e l’esterno sono bilanciati e uniti perfettamente (o almeno si spera), perché non possono essere pensati e progettati separatamente. Per me però l’interesse, una volta bilanciato l’esterno, si concentra sulla atmosfera interna, sullo spazio che ci avvolge e ci fa sentire protetti, mentre osserviamo l’esterno. Notando questo diverso approccio tra me e Virginia , mi sono resa conto che c’è un punto dove i nostri lavori possono incontrarsi, ed è proprio sulla finestra stessa, lì sulla linea sottile, tra il dentro e il fuori, tra ciò che è privato e ciò che, scegliendo, può non esserlo più, magari solo condiviso con chi è capace di vedere e ascoltare.